Disturbo Temporo-mandibolare
Si tratta di un processo infiammatorio che interessa l’apparato stomatognatico (la bocca) ed in particolare i muscoli masticatori e l’articolazione temporo mandibolare (ATM), coinvolge in un quadro disfunzionale un ampio gruppo di strutture ad esso correlate: il cranio, il tratto cervicale della colonna, l’apparato uditivo e dell’equilibrio, il sistema posturale e il sistema neuromiofasciale.
Un’alterata posizione della mandibola rispetto al cranio, accompagna al malfunzionamento della muscolatura masticatoria e dell’articolazione temporo mandibolare e spesso ad un’alterazione della postura del cranio, del tratto cervicale della colonna vertebrale e al malfunzionamento dei muscoli del collo e del tronco. Ciò provoca un quadro patologico complesso con sintomi muscolari, articolari, neurologici ed un coinvolgimento del sistema neurovegetativo
Le articolazioni temporomandibolari sono le giunzioni tra le ossa temporali del cranio e l’osso mascellare inferiore (mandibola). Ne abbiamo due, una su ogni lato del viso, in prossimità delle orecchie. I legamenti, i tendini e i muscoli supportano le articolazioni e sono responsabili del movimento mascellare.
- I disturbi temporomandibolari sono causati da problemi dei muscoli o delle articolazioni della mascella o del tessuto fibroso che li collega.
- I sintomi possono essere cefalea e indolenzimento dei muscoli masticatori oppure scatto sonoro delle articolazioni della mascella.
- I medici o i dentisti sono in grado di diagnosticare facilmente questi disturbi con un esame fisico, ma a volte può rendersi necessaria la diagnostica per immagini.
- Il trattamento in genere prevede l’utilizzo di un bite e una terapia analgesica.
L’articolazione temporomandibolare contiene un pezzo di denso tessuto fibroso denominato disco articolare. Il disco impedisce ai due capi articolari del cranio e della mascella di sfregare l’uno contro l’altro. In genere, la causa del disturbo temporomandibolare è rappresentata dall’associazione di tensione muscolare e problemi anatomici delle articolazioni. A volte possono avere una componente psicologica. Serrare e digrignare i denti (bruxismo), disturbi sistemici (quali osteopenia o disturbi ossei genetici), infezioni, lesioni, disallineamento dei denti a causa di denti mancanti e perfino la costante masticazione di gomme possono causare i sintomi. Le cause specifiche comprendono:
- Dolore e tensione muscolare
- Incoordinazione condilo-discale dell’articolazione temporomandibolare
- Artrite
- Anchilosi
- Ipermobilità
I disturbi temporomandibolari possono rappresentare la causa di cefalee ricorrenti che non rispondono al normale trattamento medico. Altri sintomi includono dolore o rigidità del collo e delle spalle, vertigini, dolore o sensazione di otturazione delle orecchie e disturbi del sonno.
Le persone con disturbi temporomandibolari spesso hanno difficoltà ad aprire del tutto la bocca. Il dentista o il medico pongono quasi sempre la diagnosi di disturbo temporomandibolare solo sulla base dell’anamnesi e dell’esame obiettivo. Parte dell’esame prevede l’esercizio di una leggera pressione sul lato del viso o il posizionamento del mignolo nell’orecchio del paziente, premendo delicatamente in avanti mentre questi apre e chiude la mascella e ascoltando o percependo eventuali rumori di incastri, scatti o schiocchi. Inoltre, il medico preme delicatamente sui muscoli masticatori per rilevare dolore o sensibilità e osserva se la mascella slitta quando il paziente chiude i denti. Alla persona viene chiesto di aprire la bocca il più possibile senza avvertire disagio. In genere è possibile aprire la bocca di circa 4 centimetri.
Se il medico sospetta una incoordinazione condilo-discale dell’articolazione, sono necessari ulteriori esami. La risonanza magnetica per immagini (RMI) rappresenta lo standard mediante il quale il medico valuta la presenza di incoordinazione condilo-discale dell’articolazione o la causa per cui un paziente non risponde alla terapia. Il medico sospetta l’osteoartrite quando si avverte uno scricchiolio nel momento in cui il paziente apre la bocca (crepitio). Le radiografie e/o latomografia computerizzata (TC) possono confermare la diagnosi.
Trattamento:
- Terapia con bite e antidolorifici
- Fisioterapia
- In rari casi intervento chirurgico
- Farmaci (quali miorilassanti, sonniferi o tossina botulinica)
L’utilizzo di un bite solitamente rappresenta il trattamento migliore per il dolore e la tensione muscolare mascellare. Per le persone consapevoli di stringere o digrignare i denti, questo dispositivo si può rivelare estremamente utile. Il dentista prepara una sottile. Il bite, spesso portato di notte, riduce il digrignamento, permettendo ai muscoli della mascella di rilassarsi e di recuperare. Per il dolore durante il giorno, il dispositivo permette ai muscoli della mascella di rimanere rilassati e garantisce la stabilità della chiusura, riducendo quindi il fastidio.
Potrebbe inoltre essere prescritta la fisioterapia che prevede:
- Ultrasuoni: vengono usati per diffondere calore in profondità nelle zone dolenti. Se riscaldati dagli ultrasuoni, i vasi sanguigni si dilatano e il sangue allontana più rapidamente l’accumulo di acido lattico, un prodotto di rifiuto del muscolo che provoca dolore.
- Terapia Manuale: mobilizzazione passi dell’articolazione
- L’elettrostimolazione nervosa transcutanea (TENS): prevede l’uso di un dispositivo che stimola le fibre nervose che non trasmettono dolore. Si ritiene che i conseguenti impulsi possano bloccare gli impulsi dolorosi percepiti dalla persona.
Inoltre, possono essere prescritti farmaci miorilassanti e anche analgesici come l’aspirina o altri FANS che alleviano il dolore. Se l’incoordinazione condilo-discale non può essere trattata con una terapia non chirurgica, sarà necessario il trattamento chirurgico maxillo-facciale per rimodellare e riposizionare il disco.